giovedì 20 maggio 2010

Recensione "Maledetto Céline"... e risposta di Stefano Lanuzza



Sull'ultimo Bulletin Célinien è stata pubblicata una recensione del libro "Maledetto Céline" (v. scansione sopra), del quale abbiamo avuto occasione di parlare; rimango del mio modesto e fallibilissimo avviso che il libro in questione abbia qualche pecca, tuttavia la recensione di cui sopra appare inutilmente virulenta; su richiesta dell'autore del libro pubblico qui la sua risposta al recensore.
Andrea Lombardi
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Magari non erano necessari lo strano astio (ideologico?) e la petulanza con cui F. Saenen (cfr. “Le Bulletin Célinien”, aprile 2010) ha trattato Maledetto Céline. Un manuale del caos (ed. Stampa Alternativa). In modi non superficiali e più obiettivi, il mio libro può essere giudicato dai lettori per quello che è veramente: un progetto editoriale divulgativo e tutt’altro che accademico, finalizzato a una sintetica, non retorica né agiografica testimonianza per un primo approccio allo scrittore francese.
All’inizio del libro, la “quasi” biografia céliniana, redatta modulando la “resa emotiva” dell’inconfondibile ‘voce’ del dottor Destouches, ha l’evidente foggia d’un monologo teatrale. Poiché sulla vita di Céline è stato scritto pressoché tutto, non era necessario, nell’occasione, redigere una biografia completa. Più che sufficiente è, del resto, quella di Marina Alberghini.
In termini sereni e obiettivi sul mio Céline si va intanto esprimendo anche la stampa con orientamenti diversi dal preteso assunto ‘comunista’ del libro: dove si tiene debitamente conto, oltre che del risaputo antisemitismo, delle dichiarazioni di Céline sulle proprie radici ‘sinistrorse’.
Relativamente al capitolo circa il Lessico céliniano, questo definisce alcune categorie di un pensiero che qualcuno dei “Nouveaux philosophes” ha voluto talora adottare: soprattutto la céliniana, definitiva presa di distanza dagli estremismi ideologici. È, insomma, l’irriducibilità a un totalizzante pensiero unico quanto di Céline ho inteso evidenziare.
Relativamente alla sterminata bibliografia céliniana, è ovvio che occorrerebbe un volume assai cospicuo per contenerla tutta: ed è per questo che, secondo quanto ho specificato nel testo, quella da me segnalata è “un’essenziale selezione bibliografica”. Ma a Saenen, come egli stesso confessa dichiarando di non avere letto nemmeno le schede relative alle opere di Céline, capita di non leggere ciò di cui scrive. Pare solo che da bravo apprendista-italianista possa avere studiato, ma non è sicuro che abbia capito, il risvolto di copertina di Maledetto Céline (si legga, infine, tale titolo - e la frase del risvolto: “Preparati a odiarlo” - con una certa intonazione o sfumatura della voce: capace, alfine, di rovesciare il significato letterale).

(Stefano Lanuzza)

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